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Dicembre 2019

01. Un’efficiente gestione del debito come leva di creazione di valore
Data di pubblicazione:

La lunga serie di operazioni finanziarie che Italgas ha completato con pieno successo in questi ultimi tre anni ha consentito di raggiungere una struttura in equilibrio ottimale e un costo del debito, attualmente intorno all’1%, a livelli di eccellenza. Un’efficienza finanziaria che la Società intende mantenere nel periodo coperto del Piano Strategico 2019-2025 grazie alla forte generazione di cassa, che permetterà di finanziare la crescita organica e la distribuzione del dividendo.

Italgas ha recentemente concluso alcune importanti operazioni sul mercato obbligazionario, che hanno assicurato nuovi benefici in termini di gestione finanziaria. Con l’emissione dell’ultimo bond da 500 milioni di euro con cedola all’1%, che scadrà nel 2031, la Società ha raccolto mezzi per il riacquisto di complessivi 650,7 milioni di euro relativi a due obbligazioni, con scadenza rispettivamente nel 2022 e nel 2024, in circolazione per complessivi 1,4 miliardi di euro. Anche questa operazione combinata di liability management ha perciò contribuito ad allungare la durata media del debito, assicurando il mantenimento di un costo competitivo dello stesso.

Dal momento della quotazione nell’ottobre del 2016 a oggi, come è riuscita Italgas a rendersi finanziariamente indipendente da Snam, mantenere un’equilibrata struttura di indebitamento e minimizzarne al contempo il costo?

GianfrancoAmoroso

Per comprendere le ragioni alla base dei risultati conseguiti attraverso tale percorso di ottimizzazione finanziaria, ne esaminiamo le tappe, fino a queste ultime emissioni del dicembre 2019, parlandone con il Gianfranco Amoroso, responsabile Finanza, Pianificazione, Controllo e M&A di Italgas.

Qual era la situazione di partenza al momento dell’IPO, nell’ottobre di tre anni fa?

La nostra esigenza, all’inizio, è stata quella di dotare Italgas di una struttura finanziaria autonoma e di metterla in condizione di rimborsare l’intera esposizione che aveva verso Snam. Abbiamo lavorato per tempo, in modo da riuscire a sottoscrivere un importante pacchetto di finanziamenti con un pool di primari istituti di credito, italiani e internazionali: nell’ottobre 2017, siamo riusciti a ottenere crediti per complessivi 4,3 miliardi di euro.

 

Come era composto questo pacchetto?

La pietra angolare era rappresentata da un finanziamento Bridge to Bond a tasso variabile, per un ammontare committed di 2,3 miliardi di euro; il Bridge ci è stato fornito da un pool di 11 banche con una durata di 12 mesi e con opzione di rinnovo da parte nostra per ulteriori 12 mesi. Il medesimo pool di banche ci ha poi fornito due linee di credito di tipo revolving a tasso variabile, per un importo committed rispettivamente pari a 600 milioni di euro e 500 milioni di euro, della durata di 3 e 5 anni. Tre delle 11 banche partecipanti al pool ci hanno inoltre fornito tre finanziamenti di tipo Term Loan a tasso variabile, con una durata fino a 3 anni, per un ammontare complessivo pari a 500 milioni di euro. A questi tre finanziamenti si aggiungevano quelli messi a disposizione dalla Banca Europea per gli Investimenti, la BEI, a seguito dell’accollo liberatorio tra Snam e Italgas di due finanziamenti BEI Italgas per complessivi 424 milioni di euro.

 

Con questa dotazione di 4,3 miliardi di euro che cosa avete potuto fare?

In tempi molto stretti, l’11 novembre 2016, abbiamo potuto rimborsare il debito di 3,2 miliardi di euro che Italgas Reti e le sue controllate avevano nei confronti di Snam, la cui quota di controllo dopo la quotazione era scesa al 13,5%. Nel mese seguente, il 12 dicembre 2016, abbiamo poi chiuso un nuovo finanziamento BEI da 300 milioni di euro specificamente dedicato al progetto Smart Metering. Sempre nel dicembre 2016, infine, abbiamo potuto rimborsare due dei tre Term Loan per un totale di 300 milioni di euro.

 

Quando sono iniziate le emissioni di obbligazioni corporate?

Nel novembre 2016, dopo avere ottenuto il rating da due agenzie, Moody’s e Fitch, è stato perfezionato il primo programma di emissione a medio e lungo termine (Euro Medium Term Notes Programme) della Società, per un ammontare complessivo fino a 2,8 miliardi di euro. Il programma, valido fino al 31 ottobre 2017, prevedeva  l’emissione di uno o più prestiti obbligazionari non convertibili, da collocare presso investitori istituzionali operanti in Europa e da emettersi in una o più tranche.

 

Quali erano gli obiettivi della vostra strategia finanziaria?

Il nostro fine ultimo era quello di dotare Italgas di una struttura finanziaria solida ed efficiente. In questa chiave abbiamo cercato di diversificare le fonti di provvista e di raggiungere un adeguato equilibrio tra tasso fisso e variabile a costi competitivi.

Nel corso del 2017, siamo riusciti a ridurre il costo del debito, elevando la durata media dell’indebitamento e l’incidenza degli strumenti a tasso fisso, catturando condizioni particolarmente favorevoli che si erano create sul mercato finanziario. Nel complesso, nel 2017 Italgas ha emesso prestiti obbligazionari per 2.650 milioni di euro nell’ambito del programma EMTN, che era poi stato rinnovato per ulteriori 12 mesi e incrementato fino a un ammontare complessivo di 3,5 miliardi di euro. Grazie al successo di questi collocamenti, abbiamo potuto rimborsare integralmente il finanziamento Bridge to Bond a tasso variabile da 2,3 miliardi di euro già nel mese di aprile 2017. Complessivamente, alla fine del 2017 siamo riusciti a concentrare il 71% del debito sul tasso fisso e a portare il leverage che include le partecipate attorno al 61%; l’insieme delle operazioni di liability management realizzate ci ha inoltre permesso di ridurre del 25,2% gli oneri finanziari netti adjusted rispetto al livello del 2016.

 

Anche nel 2018 avete rimborsato parte dei debiti contratti nel 2016?  

Sì. A fine gennaio 2018 abbiamo riaperto l’emissione del bond con cedola 1,625% e scadenza 2029 per un importo di 250 milioni di euro: questo ci ha consentito di rimborsare parzialmente in via anticipata, nel febbraio del 2018, il term loan di 200 milioni di euro. Il nostro percorso di ottimizzazione della struttura del debito è proseguito, con un ulteriore allungamento della durata media e un incremento della percentuale a tasso fisso. Dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI) abbiamo ricevuto finanziamenti che a fine 2017 ammontavano a 784 milioni di euro. Nel dicembre 2017, infatti, abbiamo ottenuto dalla BEI un prestito a 20 anni da 360 milioni di euro, denominato Network Upgrade, destinato a finanziare l’estensione e il potenziamento della rete di distribuzione del gas. Contestualmente abbiamo rimborsato il precedente finanziamento BEI da 300 milioni di euro. All’inizio del 2018 abbiamo poi perfezionato un’operazione di Interest Rate Swap con scadenza 2024, che ci ha permesso di trasformare l’intero importo del finanziamento BEI “Gas Network Upgrade” da tasso variabile a tasso fisso.

 

Nell’autunno del 2018 le obbligazioni sovrane italiane hanno subito il dowgrade di Moody’s Investor Services. Questo che riflessi ha avuto sul vostro costo del debito?

La stessa agenzia, avendo ridotto il 23 ottobre 2018 il rating dei bond governativi italiani da Baa2 a Baa3, outlook stabile, ha adottato una corrispondente azione anche sul rating a lungo termine di Italgas, abbassato al livello Baa2, outlook stabile dal precedente Baa1, sulla base della connessione attribuita rispetto al merito di credito sovrano. In quell’occasione Moody’s Investor Services ha ribadito le ragioni per cui ha potuto collocare il rating del debito Italgas un notch al di sopra di quello dei bond sovrani: posizione strategica, leadership nella distribuzione del gas in Italia, ricavi regolati, solida liquidità e limitata esposizione alla volatilità dei mercati finanziari. Il Consiglio di Amministrazione di Italgas ha quindi rinnovato per la seconda volta il Programma EMTN originariamente avviato nel 2016, per un controvalore massimo di 3,5 miliardi di euro, autorizzando la relativa emissione di uno o più prestiti obbligazionari da collocare presso investitori istituzionali. Abbiamo perciò chiuso il 2018 con i finanziamenti a tasso fisso che rappresentavano l’86% del debito totale, con un costo del debito inferiore a quello dei nostri peer. Il leverage era inoltre sceso ulteriormente, essendosi attestato al 59,6% a fine 2018.

 

Quando si è creata l’opportunità di lanciare nuove emissioni?

La prima finestra utile è stata quella del luglio 2019, quando abbiamo collocato 600 milioni di euro del bond con scadenza nel 2030, con cedola annua dello 0,875%, di fatto completando il plafond del Programma EMTN. Sempre a fine luglio abbiamo inoltre perfezionato un’operazione di IRS con scadenza 2029 che ha portato il finanziamento BEI “Smart Metering” da 300 milioni di euro a un tasso fisso pari a -0,056%. Nel mese di dicembre, infine, abbiamo colto ulteriori opportunità di allungare la scadenza del debito minimizzandone il costo. Il 2 dicembre 2019 abbiamo collocato con successo una nuova emissione obbligazionaria a tasso fisso, con scadenza 2031 e cedola annua dell’1%: si tratta della durata più lunga tra tutte le emissioni lanciate finora da Italgas, accolta con una domanda di tre volte superiore all’ammontare collocato. I mezzi raccolti con il nuovo bond 2031 sono destinati al riacquisto tramite Tender Offer di due obbligazioni, con scadenza 2022 e 2024, che erano in circolazione per complessivi 1,4 miliardi di euro. Operazione che abbiamo concluso il 10 dicembre 2019, riacquistando complessivamente 650,7 milioni di euro.

 

Che esigenze avete per il prossimo futuro?

La strategia finanziaria è uno dei pilastri della generazione di valore in Italgas. Non abbiamo bisogno di trovare soluzioni di breve termine: ci atterremo a quanto indicato nel Piano Strategico. In primo luogo intendiamo continuare a preservare un rating da solido investment grade, con BBB+ da Fitch e Baa2 da Moody’s, perché questa è la premessa per potere continuare a raccogliere nuovi mezzi sul mercato a costi competitivi. Il nostro rischio di rifinanziamento in realtà è molto limitato, non avendo noi reali esigenze di rifinanziarci fino al 2022. L’efficienza finanziaria che abbiamo raggiunto inoltre ci assicura che nel periodo abbracciato dal Piano il costo del debito sia destinato a rimanere attorno agli attuali livelli, molto contenuti. Posso anche aggiungere che sino a quando continueremo a muoverci in uno scenario di bassi tassi di interesse, di certo manterremo un’elevata incidenza di debito a tasso fisso. Tutto ciò non toglie che nei prossimi anni continueremo a cercare in modo proattivo tutte le opportunità che possano rendere la nostra struttura di debito ancora più efficiente. Le direttrici d’azione sono già molto chiare: perseguiremo in modo coerente la strategia che ci ha permesso di giungere con successo a questo punto.