A Gianfranco Amoroso, Chief Financial Officer di Italgas, il “CFO Awards” di ANDAF nella categoria società quotate EM

Gianfranco Amoroso, Chief Financial Officer di Italgas, è stato premiato con il CFO Award nella categoria Società quotate EM. Il riconoscimento gli è stato attribuito dall’ ANDAF, l’Associazione nazionale direttori Amministrativi e finanziari, e Accuracy, in collaborazione con Borsa Italiana ed Elite.

La motivazione del premio fa riferimento “alla complessa gestione di una delle principali operazioni di M&A nel settore energy: l’acquisizione di Depa Infrastructure, società proprietaria della rete di distribuzione del gas in Grecia”.

La cerimonia di premiazione si è svolta a Milano nella serata di ieri in occasione di un dibattito dedicato a “Un mondo nuovamente diviso in due: i futuri protagonisti della competizione globale”.

Il CFO Awards è un prestigioso riconoscimento destinato ai direttori finanziari che hanno raggiunto eccellenti performance e hanno contribuito in modo significativo alla crescita e al successo delle loro aziende.

 

A San Francisco un technological outpost di Italgas

Italgas ha rafforzato la sua presenza nel cuore della Silicon Valley inaugurando un “avamposto tecnologico” presso INNOVIT, l’Italian Innovation and Culture Hub di San Francisco. Il nuovo desk Italgas negli USA favorirà l’incontro tra la Società e l’ecosistema della Silicon Valley.

Il CEO di Italgas, Paolo Gallo, ha sottolineato come questo presidio consentirà di trarre grande vantaggio dalla vicinanza al principale hub al mondo in cui si generano opportunità di innovazione e business. Allo stesso tempo, Italgas diventerà un punto di riferimento per le startup interessate a sviluppare soluzioni all’avanguardia nel campo energetico.

L’apertura del Technological Outpost a San Francisco riconferma Italgas come pioniere nel settore energetico a livello globale, capace sfruttare le opportunità offerte dall’innovazione e di guidare la transizione verso un futuro sostenibile.

DeSI, il Design System di Italgas

DeSI è il kit di elementi pronti all’uso e di linee guida di design per costruire interfacce digitali, che permette di sviluppare al meglio la presenza digitale del Gruppo Italgas. DeSI garantisce una brand experience uniforme su siti e app del Gruppo, per un’esperienza digitale che mette al centro l’utente e le sue esigenze. 

Prima in Italia e terza in Europa, Italgas guarda al futuro. Con oltre 180 anni di storia nella distribuzione di gas naturale, infatti, la società lavora, con costanza e passione, per migliorare sempre di più i rapporti con i propri utenti. Come? Utilizzando le tecnologie allo scopo di rendere sempre più efficaci i servizi, siano essi interni o esterni, e di continuare senza sosta nel processo di digitalizzazione e innovazione.  

La sostenibilità per le PMI

Opportunità di un percorso formativo e gratuito per le aziende con meno di 250 dipendenti.

L’attenzione crescente ai temi della sostenibilità e la necessità di misurare, gestire e mitigare i rischi ESG (Environmental, Social and Governance), hanno da sempre spinto Italgas a promuovere ed incentivare un approccio sostenibile non solo per il Gruppo, ma anche per i propri fornitori.

Il tema della sostenibilità è per il Gruppo un fattore chiave, di successo ed è una tematica sempre più importante e prioritaria per la creazione del valore.

È un obiettivo prioritario del Gruppo quello di promuovere lo sviluppo dei nostri fornitori, sostenendo iniziative funzionali a qualificare, potenziare e far crescere le Piccole Medie Imprese, in linea con gli indirizzi enunciati nel Piano di Creazione Valore Sostenibile 2022- 2028.

A tale scopo, stiamo promuovendo un’iniziativa di Sustainability Makers, associazione italiana che da oltre 15 anni lavora alla definizione e realizzazione di strategie e progetti di sostenibilità, per un percorso di formazione sulla sostenibilità per quanti nelle aziende con meno di 250 addetti presidiano i temi della sostenibilità.

L’iniziativa è gratuita. Per candidarsi basta inviare, entro e non oltre il 16 aprile 2023, a segreteria@sustainability-makers.it il proprio CV sintetico, unitamente al questionario allegato nel flyer e riferito all’azienda in cui si opera.

Il requisito essenziale per candidarsi è la motivazione e l’impegno a seguire con costanza il percorso qualora si venisse selezionati.

L’esito della selezione verrà comunicato ai singoli richiedenti entro il 28 aprile 2023.

Chi frequenterà almeno l’80% del percorso riceverà un attestato di partecipazione.

Ogni altra informazione è riportata sul flyer allegato qui sotto.

Valore D – parità di genere

Quanto è inclusiva la tua azienda? – progetto di coinvolgimento per tutte le aziende che vogliono mappare e misurare le politiche di Diversità, Equità e Inclusione.

 

Il tema della sostenibilità sociale per il Gruppo Italgas è un fattore chiave di successo ed è una tematica sempre più importante e prioritaria per la creazione del valore.

Secondo il Global Compact delle Nazioni Unite, la sostenibilità sociale nelle imprese consiste nell’identificare e gestire gli impatti aziendali, sia positivi che negativi, sulle persone all’interno dell’azienda, nella catena di fornitura e nella comunità in cui l’azienda opera. Crescita inclusiva significa ridurre le disuguaglianze di reddito e di opportunità e promuovere l’empowerment e le pari opportunità.

A tale scopo, ci impegniamo a promuovere una cultura in cui le persone riconoscono il valore portato dalla diversità e stiamo sviluppando nuovi programmi ed iniziative dedicate all’inclusione nelle più diverse accezioni, non solo per i dipendenti del Gruppo, ma anche verso i nostri fornitori.

Grazie alla collaborazione con ValoreD, la prima associazione italiana che da oltre 10 anni s’impegna a diffondere una cultura d’inclusione e parità di genere, siamo a proporvi la compilazione dell’Inclusion Impact Index Plus, uno strumento gratuito e digitale, in grado di analizzare l’inclusione in tutte le sue declinazioni.

Al termine dell’autovalutazione verrà rilasciato un report che sintetizza il proprio rendimento rispetto alle tematiche di diversità, equità e inclusione e consente di confrontare i risultati conseguiti con il benchmark di settore e con il mercato. L’Index permette un approccio strutturato e misurabile dell’azienda sulle tematiche d’inclusione ed è un supporto utile per avviarsi consapevolmente al processo di certificazione della parità di genere, introdotto con la legge 162/2021 in attuazione del PNRR.

Sono dunque in programma due incontri formativi e di sensibilizzazione sull’importanza della sostenibilità sociale nelle imprese, poiché solo unendo le forze, è possibile aumentare l’impatto positivo sulla comunità.

Le Gazzette ufficiali della Repubblica Sociale Italiana, un patrimonio per la ricerca storica

All’interno del proprio archivio, l’Heritage Lab digitalizza e mette a disposizione della comunità di ricercatori ed accademici la collezione delle Gazzette ufficiali della Repubblica sociale, un raro insieme di documenti che testimoniano gli ultimi anni del Fascismo in Italia. La preziosità di questo fondo è infatti nella sua rarità. Il fondo, rinvenuto casualmente durante le operazioni di sistemazione e nuova catalogazione dell’Emeroteca e della Biblioteca storica di Italgas, non risulta essere stato mai digitalizzato prima d’ora né reso ricercabile.

L’esordio delle Gazzette ufficiali della Repubblica sociale, spogliate della simbologia monarchica, avvenne il 19 ottobre 1943 come organo ufficiale dei provvedimenti emanati dagli Organi dello Stato della Repubblica di Salò. Tali disposizioni, alla luce della loro portata storica, costituiscono una testimonianza preziosa degli espropri, delle deportazioni e delle confische nei territori occupati.

Dallo studio di queste pagine, inoltre, sono emerse rare storie di vita vissuta. Quella di Angelo, ad esempio, padre di famiglia che dopo aver perso il Figlio Tullio per mano delle SS tenta di fuggire verso la Svizzera incontrando purtroppo lungo il percorso l’incarcerazione a San Vittore e poi la morte. O la storia di Oscar Sternfeld, giovane di Tradate, il cui destino si incrociò con quello di un capostazione di nome Andrea Albisetti che lo salvò dalla sicura deportazione.

Questi sono solo due dei numerosi racconti contenuti all’interno del nostro fondo, la cui pubblicazione avverrà nei prossimi mesi. Questo progetto si inserisce a pieno nella collaborazione da tempo avviata dall’Heritage Lab con il Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano che mira alla ricostruzione di profili biografici attraverso lo studio dei documenti conservati nell’Archivio della Società, relativi alle discriminazioni razziali. Il progetto comune si basa sulla ricerca dei rispettivi archivi, con lo studio incrociato di altre banche dati, quali il Fondo EGELI dell’archivio storico di Intesa San Paolo, la banca dati delle Pietre d’Inciampo e altri archivi o enti territoriali.

In onda “Spotlight”, il podcast di Italgas dedicato alla transizione energetica

Italgas ha lanciato la sua prima serie di podcast dedicata alla transizione energetica: insieme proveremo a chiarire lo scenario energetico attuale e le prospettive future.

Ripensare il modello energetico è ormai una necessità su scala internazionale. I modelli consolidati non sono più sufficienti e in alcuni casi il loro superamento è imposto dagli impegni che i governi e le istituzioni internazionali hanno preso nell’ottica della transizione energetica con l’obiettivo di contenere le emissioni di CO2 fino alla completa decarbonizzazione entro il 2050.

Con “Italgas Spotlight” vogliamo accendere un riflettore su alcuni dei passaggi chiave che ci porteranno verso un nuovo modello energetico.

Ascolta il podcast sulle principali piattaforme e seguici per non perderti nessuna puntata:

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Mix energetico: in Italia la strada passa anche dal Gas Naturale Liquefatto

GNL, biometano e idrogeno per diversificare l’approvvigionamento e non dipendere dal gas russo.

Il conflitto in corso ha portato l’Unione europea ad una scelta non più procrastinabile: sottrarsi alla dipendenza dal gas russo, un combustibile che per l’Italia rappresenta il 40% del mix energetico (24% per la UE). E il 38% di questa quota, appunto, viene acquistato dalla Russia*. Un obiettivo non facile nel breve termine e che per essere raggiunto dovrà passare attraverso la ricerca di altre soluzioni di approvvigionamento energetico, offrendo nuove prospettive sul tema dell’energia. In questo senso i “sentieri” percorribili sono rappresentati dai nuovi gas come biometano – rinnovabile al 100% e prodotto dalla digestione anaerobica di biomasse (rifiuti organici e sottoprodotti agricoli) – e idrogeno (derivato dall’elettrolisi dell’acqua), ma anche dal GNL, il Gas Naturale Liquefatto. Un combustibile derivato dal gas naturale, opportunamente trattato, trasportabile via mare attraverso le navi metaniere e stoccabile in quantità ancora maggiori. Una via alternativa che, insieme ai nuovi gas, potrà permettere all’Italia, nel giro di pochi anni, di ridurre la dipendenza energetica dal gas russo.

GNL: cos’è, come si ottiene e come si trasporta

Il Gas Naturale Liquefatto è costituito quasi totalmente da metano (circa 90-99%) ed è un fluido incolore e inodore che ha la metà della densità dell’acqua, e non è né corrosivo, né tossico. Viene usato maggiormente in ambito industriale (impianti di produzione di energia elettrica), civile (può alimentare le utenze in zone non servite dalle condutture del gas) e di autotrazione. Il GNL si ottiene sottoponendo il metano – estratto dai giacimenti sotto la superficie terrestre – ad un processo di liquefazione che prevede, dopo la sua depurazione e disidratazione, fasi alternate di compressione e raffreddamento (a – 160°C) che portano il volume del gas liquefatto ad una riduzione di circa 600 volte, consentendo quindi di immagazzinare una grande quantità di energia in poco spazio. Il GNL viene trasportato dai Paesi produttori via mare grazie ad apposite navi cisterna.

Stoccaggio, rigassificazione e immissione nella rete di distribuzione

 L’Italia è un Paese consumatore di GNL. Lo riceve dai Paesi produttori attraverso le navi metaniere e chi lo trasporta, dopo l’attracco, si occupa di scaricare il gas nei terminal di importazione, oltre che delle speciali autobotti che lo trasporteranno nei siti di stoccaggio. Lì il GNL viene conservato in speciali serbatoi criogenici che lo mantengono ad una temperatura di -160°C (condizione imprescindibile perché rimanga allo stadio liquido). Più nello specifico, questo serbatoio criogenico è formato da due involucri, uno contenuto dentro l’altro: quello esterno è fatto di acciaio al carbonio, mentre quello interno da materiale resistente alle basse temperature. Nell’intercapedine tra gli involucri viene eliminata l’aria e inserita la perlite, un materiale che serve ad aumentare l’isolamento e la trasmissione del calore all’interno del serbatoio. Attraverso un vaporizzatore, che utilizza il solo calore atmosferico, il GNL potrà tornare alla fase gassosa. A questo punto entra in gioco il distributore di gas (come Italgas) che immette il gas nella normale rete di distribuzione per raggiungere capillarmente tutto il territorio italiano.

Rigassificatori, la situazione in Italia e le prospettive future

Considerata la situazione geopolitica attuale e la necessità per l’Italia di ripensare le sue modalità di approvvigionamento energetico, considerando lo stato attuale del GNL, per il nostro Paese si pone l’esigenza di espandere la capacità di trattamento e stoccaggio del gas naturale liquefatto, che oggi può contare su 3 rigassificatori: il terminale GNL Adriatico (Porto Viro, sul Delta del Po nelle vicinanze di Rovigo), il terminale di Panigaglia (La Spezia) e il terminale galleggiante a 22 km dalla costa di Livorno. La sfida, su questo fronte, è quella di potenziare i rigassificatori, ma poiché per costruire nuovi impianti serve tempo, soluzioni più rapide per il nostro Paese sono il noleggio o acquisto di navi FSRU (Floating Storage and Regasification Units), unità galleggianti capaci sia di stoccare che di trasformare il gas naturale liquido riportandolo allo stato gassoso.

Italgas e la Sardegna: il deposito costiero di Oristano

Fino all’estate del 2020, in Italia, la Sardegna era l’unica regione non raggiunta dal metano. Uno scenario totalmente diverso dopo soli due anni, visto il milione di metri cubi di gas naturale distribuito dal Gruppo Italgas attraverso la società Medea nei primi quattro mesi del 2022 a utenze domestiche, esercizi commerciali e realtà produttive dell’isola. L’investimento di Italgas nella metanizzazione della regione sarda, attraverso i 900 chilometri di reti digitalizzate costruite, oltre ai 500 chilometri di reti convertite a gas naturale, e i 61 depositi criogenici di gas naturale liquefatto, è un esempio dell’opportunità che il GNL può offrire considerando anche l’attuale situazione geopolitica. Un contesto energetico sensibilmente migliorato anche grazie alla collaborazione con altri operatori. L’esempio principale, in questo senso, è il deposito costiero GNL di Oristano – realizzato da Higas – che ha garantito continuità e flessibilità per l’approvvigionamento anche in vista dell’aumento della domanda di gas naturale dei prossimi anni. Uno sviluppo a cui la Sardegna si presenta con infrastrutture all’avanguardia pronte non solo a far fronte all’aumento dei consumi del GNL, ma anche all’uso dei gas rinnovabili come biometano e idrogeno.


*Fonte Italgas Strategic Plan 2022-2028

(https://www.italgas.it/wp-content/uploads/sites/2/2022/06/2022-2028-Italgas-Strategic-Plan.pdf )

Italgas: l’audit annuale conferma la certificazione UNI ISO 37001:2016

Il Gruppo Italgas ha superato con successo l’audit necessario al mantenimento della certificazione dei sistemi di gestione anticorruzione per le società Italgas S.p.A. e Italgas Reti S.p.A.

La verifica del mantenimento della certificazione UNI ISO 37001:2016 sui “Sistemi di gestione per la prevenzione della corruzione” è stata effettuata dall’organismo di certificazione indipendente DNV, il quale ha effettuato un audit accurato di tutti i processi interni di Italgas S.p.A. e Italgas Reti S.p.A. con rilevanza anticorruzione. All’esito della verifica, è stata certificata la conformità dei “Sistemi di gestione per la prevenzione della corruzione” delle due società ai requisiti della norma UNI ISO 37001:2016.

L’ente certificatore ha, inoltre, evidenziato diversi elementi di merito come il Committment riscontrato nelle prime linee del management, una notevole sensibilità e consapevolezza delle funzioni intervistate in merito ai temi della prevenzione della corruzione e l’attivazione di percorsi formativi sui temi della prevenzione della corruzione indirizzati ai fornitori del Gruppo Italgas.

Italgas S.p.A. e Italgas Reti S.p.A. mantengono quindi la certificazione ottenuta lo scorso anno per il secondo triennio consecutivo con validità fino al 2024, confermando ancora una volta il proprio impegno nella lotta alla corruzione in tutti gli ambiti di attività.

Biometano, Il gas pulito e rinnovabile

Lo scenario italiano ed europeo verso la transizione energetica

 

Prima del conflitto in Ucraina era una soluzione possibile. Ora è diventata necessaria e indispensabile. Il biometano è una fonte di energia rinnovabile che presto potrebbe integrare l’utilizzo del gas naturale, dando ossigeno, è proprio il caso di dirlo, a quei Paesi che non sono autosufficienti.

Ma come si produce biometano? Tutto nasce dalla decomposizione e dalla fermentazione di scarti alimentari e della ristorazione, di rifiuti agricoli e domestici e persino di fanghi provenienti da impianti di trattamento delle acque reflue. Un trattamento che viene svolto in un digestore anaerobico, ossia in un ambiente privo di ossigeno: questa operazione dà vita al biogas, povero di energia, che contiene solo tra il 40% e il 60% di metano, il 40-60% di CO2 e alcune tracce di altri composti tra cui l’H2S (idrogeno solforato). Il biogas, a sua volta, viene purificato, con l’eliminazione dell’anidride carbonica e di altri composti, creando appunto il biometano che, così trattato, risulta green al 100% e pronto per essere iniettato nella rete di distribuzione del gas.

 


I vantaggi del biometano
 

Il biometano ha numerosi vantaggi. Ambientali, innanzitutto, perché emette livelli quasi nulli di polveri e riduce ulteriormente le emissioni di CO₂ rispetto ai carburanti tradizionali. Ma non solo. La facilità di trasporto (possono essere utilizzate le stesse infrastrutture del metano) e di produzione lo rendono particolarmente appetibile nell’ottica, ormai urgente, di azzerare la dipendenza dalle importazioni.

Una risorsa dunque perfettamente in linea con il concetto di economia circolare. L’utilizzo del biometano come combustibile potrebbe rappresentare, ad esempio, la soluzione per la decarbonizzazione del settore dei trasporti, del settore industriale e di quello residenziale (in termini di riscaldamento e raffreddamento).

 


Biometano in Italia e in Europa: i dati

L’Italia è un Paese a forte vocazione agricola e può contare su circa 2.000 impianti di produzione di biogas. Una crescita continua che si sta manifestando anche a livello europeo, dove si è arrivati a circa 20.000 unità in funzione.

A livello di impianti di produzione di biometano, invece, i numeri sono ancora contenuti, ma il comparto crescerà nei prossimi anni grazie alla maggior maturità tecnologica e industriale acquisita. In Italia sono 27 gli impianti biometano, per una capacità complessiva di produzione da 25.445 mc l’ora, ma il nostro paese ha presentato uno degli incrementi maggiori in Europa con 11 nuovi impianti entrati in funzione nel 2020. Il 2021, inoltre, è stato per l’Europa un anno da record, che ha visto la produzione di  147 milioni di metri cubi di biometano.

 


Sviluppo e integrazione con la rete gas esistente

Entro il 2030 l’incremento della produzione di biometano sarà molto significativo, anche grazie alle prospettive enormi aperte dal Recovery Plan e dai suoi 2 miliardi di euro di investimenti nella conversione di impianti biogas e nella costruzione di nuove strutture.  Si stima che da qui al 2030 in Italia sarà possibile produrre fino a 6,5 miliardi di metri cubi di gas verde grazie allo sviluppo del biometano agricolo, una quota pari al 10% del fabbisogno nazionale.

La Commissione Europea ha fissato come obiettivo per il 2030, la produzione di 35 miliardi di mc di biometano, che andranno a sostituire parte dei 155 miliardi di mc di gas forniti a oggi dalla Russia.

Uno dei vantaggi del biometano è quello di poter essere introdotto nella rete del gas esistente senza che essa venga modificata. Ad ogni modo, gli impianti esistenti e quelli di prossima costruzione avranno bisogno di essere “allacciati” alla rete del trasporto e della distribuzione (che funziona anche da “magazzino” per il gas) tenendo presente che, per essere immesso, il biometano dovrà avere determinate caratteristiche chimiche e fisiche in conformità con le norme nazionali ed europee.

Lo scenario è favorevole, il biometano si candida ad essere una delle soluzioni per differenziare il mix energetico, per limitare la dipendenza dal gas estero e per perseguire il processo di transizione energetica.

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